Questa storia inizia proprio durante un litigio tra nonno Ettore e Arturo. “Voglio tornare a casa” piagnucolò Arturo. “Quando avevo la tua età trascorrevo più tempo tra questi alberi che a casa. Non si può dire lo stesso di te. Non hai voglia di uscire a giocare con gli amici?” “Ma io non ho amici con cui giocare, nonno.”
“E cosa aspetti a trovartene uno? Esci, gioca, sporcati e graffiati. Questa foresta è tua, goditela prima che sia tardi.” “Tardi per cosa? Tu sei grande e ancora ci vieni qui.”
“Non è mai troppo tardi per andare per boschi, Arturo, ma la gente non ha più rispetto per questo luogo prezioso. E qualcosa di oscuro sta per accadere: un grosso industriale che viene dalla città ha comprato un considerevole pezzo di foresta. Sicuramente disboscherà tutto per costruire.
Prevedo tempi bui per il bosco.” Arturo non rispose, ma dal suo sguardo si capiva che quel discorso aveva fatto breccia in lui. “Arturo, lo senti questo rumore?” disse il nonno “È la sorgente. Ora riempiamo la borraccia e andiamo a farci uno spuntino al sacco.” Giunti ai confini della foresta, Arturo lanciò
un grido acutissimo: “Il mio libro! Il mio libro dei Viaggi di Gulliver, quello che mi leggeva
sempre la nonna. È sparito. Devo averlo perso nel bosco. Dobbiamo ritrovarlo nonno, dobbiamo!”
“Sei sicuro di non averlo lasciato a casa?
“Sicurissimo - rispose Arturo affranto - lo porto sempre con me, sempre”.
“Quand’è così, credo di aver capito cosa sia accaduto. Vedi Arturo, esistono molte leggende su questa foresta, ma ce n’è una che è più oscura di tutte. Si dice che un demone abiti questi boschi. Pare che sia
orribile e che terrorizzi gli esploratori per tenerli alla larga. Ogni persona che sostiene di averlo visto, dice anche di aver perso qualcosa in quell’occasione. E per giunta è anche un lesto manigoldo!” “Ascoltami bene Arturo, se davvero ci tieni a quel libro, devi andare nel bosco a cercarlo. Ma devi farlo da solo. Solo i bambini possono avvicinare i demoni senza che questi se ne accorgano. Sai da dove viene il tuo nome?
È un nome latino di origine etrusca che significa uomo-orso. Un nome da grandi condottieri. Re Artù ti dice niente? Allora uomo-orso, affronterai la foresta o ti lascerai sconfiggere dalla paura?”
Così dicendo, il nonno gli prese la mano ed insieme tornarono a casa.