Raggiunsero il lago in pochi minuti, ma ciò che videro, non fu confortevole: al centro del lago c’era un grosso orso che, sorpreso da un grande vortice, si dibatteva per non affogare..
“È lui, è il mio amico orso!” gridò la volpe spaventata “dobbiamo fare qualcosa o affogherà.” Per Arturo, ormai, i giorni della paura erano lontani, aveva l’impressione che tutto facesse parte di un disegno più grande. Così comprese il ruolo del suo bastone: si avvicinò alla riva del lago, lo posizionò in direzione dell’orso e lo immerse con forza nell’acqua. All’improvviso un solco increspò l’acqua, fino a che non raggiunse il fondo del lago, lasciando sul suolo solo qualche trota saltellante e il povero orso che ancora si
dibatteva goffamente, zampe all’aria, senza capire cosa fosse accaduto.
“Sbrigati orso” gridò la volpe “sei salvo, ma se non ti decidi a tornare a riva, le acque si richiuderanno su di te.” L’orso riconobbe la voce dell’amica e corse lungo quello strano corridoio che tagliava
il lago in due. Giunto a riva, Arturo tolse il bastone e il lago tornò subito normale.
“Mi hai salvato la vita” disse l’orso “ti sono debitore.” E dopo poco tornò con un involto in bocca che appoggiò ai piedi del bambino. “Tieni, è una pomata curativa molto potente. Potrebbe tornarti utile.”
“Ti ringrazio” disse Arturo “ma avrei bisogno di un altro favore da te. Sto cercando il demone della foresta e pare che solo il grande cervo reale sappia dove si nasconde.
Puoi portarci da lui?”
“Oh ma certo, saltami in groppa.” Arturo non ci pensò due volte.